IL RUOLO E LA FUNZIONE DEI CENTRI PER LA GIUSTIZIA MINORILE QUALE PONTE CON LA REALTÀ TERRITORIALE.

di Tiziana Minelli (Vice Direttrice del CGM di Firenze)

 

Centro Giustizia Minorile sua costituzione e funzioni

I Centri per la Giustizia Minorile nascono come trasformazione dei preesistenti Centri di Rieducazione per i minorenni, così come previsto dall'art. 7 delle norme di attuazione del D.P.R. 448/88 assumendo l'attuale denominazione ed estendendone le competenze da quelle con finalità eminentemente rieducative a quelle concernenti le materie giudiziarie e processuali.

I Centri di Rieducazione per i minorenni sono costituiti dall'insieme di istituti e di servizi, un tempo ubicati nello stesso complesso immobiliare, con la competenza territoriale corrispondente al distretto di Corte di Appello, e destinati alla “rieducazione dei minorenni irregolari per condotta o per carattere, al trattamento ed alla prevenzione della delinquenza minorile”, così come contemplato dall'art.1 Legge n 888/56. Inizialmente erano previsti i seguenti istituti:

  • il carcere,
  • il riformatorio giudiziario
  • il riformatorio per corrigendi
  • l'istituto di osservazione
  • case di rieducazione

Il carcere accoglieva sia minorenni in stato di carcerazione preventiva, sia minorenni per l'espiazione della pena.

La legge n. 888/56 apportava modifiche sia nella funzione del T.M. sia nella composizione stessa dei Centri, introducendo il principio secondo il quale occorre addivenire ad un'organizzazione decentrata dei servizi sia sul piano amministrativo sia su quello gestionale e trasformando i Centri di Rieducazione per minorenni in unità amministrative periferiche, dotate di poteri programmatori ed operativi nel distretto di corte d'appello, che presiedono al complesso organico ed integrato d'istituti e servizi differenziati.

Operata,la soppressione dei Centri Rieducazione per i minorenni, vengono istituiti i Centri per la Giustizia Minorile che si caratterizzano per la loro competenza su base regionale. Al fine di valorizzare e meglio utilizzare le potenzialità delle diverse realtà locali.Tutto ciò finalizzato alla realizzazione di un reale e significativo decentramento teso a riconoscere e a promuovere le specificità dei territori interessati.

Tale conseguenza origina anche dal dettato normativo rappresentato dal D.P.R.448/88 , nuovo assetto penale minorile, che riafferma l'opportunità dell'ambito penale di raccordarsi con le realtà istituzionali del territorio tramite l'attivazione di un sistema integrato di attività, ed una metodologia orientata alla programmazione ed al coordinamento.

Il Centro Giustizia Minorile viene dunque a rappresentare lo strumento, per antonomasia, propulsore dei Servizi della Giustizia e di coordinamento e raccordo con le politiche giovanili della regione e degli Enti Locali.

Tale orientamento implica una valorizzazione della dimensione territoriale come elemento significativo della politica di decentramento della Giustizia Minorile, divenendo un “vincolo positivo”, e costituendo inoltre una risorsa ed un elemento condizionante per la predisposizione di progetti d'azione sociale mirati.

I Centri per la Giustizia Minorile rappresentano inoltre degli organi dotati di autonomia amministrativo-contabile.L'ambito delle competenze è strutturato in tre aree:

Area della Segreteria : trattasi di un'area che attiene al funzionamento del Centro e dei servizi periferici, sul piano amministrativo ed alla gestione complessiva del personale.

Area del Servizio Tecnico : E' l'area che, per antonomasia, governa la dimensione tecnico-professionale e l'operatività dei servizi.

Le compete la programmazione generale regionale svolgendo funzioni di supporto e di consulenza ai servizi periferici.In particolare, raccolta di documentazione tecnica e sua elaborazione, organizzazione e diffusione, raccolta ed elaborazione dati statistici, attività di formazione ed aggiornamento, collaborazione con le Scuole di Formazione del personale minorile, collegamento con i servizi della Regione, degli Enti Locali e con associazioni, cooperative ed altri organismi locali, organizzazione, funzionamento e coordinamento dei servizi minorili dipendenti, assegnazione trasferimento dei minori, disciplina, coordinamento delle attività relative alla assistenza religiosa, all'istruzione, alla formazione professionale e delle attività culturali e ricreative, anche in collaborazione con gli Enti Locali, servizio sanitario, servizio di consulenza, verifica dei metodi e delle procedure, programmazione generale degli interventi e dell'operatività complessiva dei servizi minorili dipendenti.

Area del Servizio Amministrazione, Contabilità, Edilizia.

Tale servizio provvede alla gestione economica, finanziaria e patrimoniale.

Da un'analisi più approfondita possiamo desumere che il C.G.M. svolge le seguenti funzioni:

Funzione di indirizzo e di coordinamento per l'individuazione e l'implementazione di una politica territoriale comune e condivisa negli interventi, nelle metodologie e nelle procedure, volta alla prevenzione della devianza minorile. Un coordinamento che può esprimersi all'interno del sistema giustizia e tra i diversi sottosistemi che lo compongono, con proiezioni verso altri sistemi pubblici(scuola,mondo del lavoro e dell'associazionismo, dell'assistenza e dei servizi sociali ecc.) con l'intento di riunire ed articolare le potenzialità dei singoli servizi, direzionarne le spinte operative e mantenendone l' equilibrio”.

Funzione di programmazione tecnica ed economica per un razionale collegamento tra le attività, i bisogni e le risorse disponibili.I Centri per la Giustizia Minorile si connotano dunque come Centri di responsabilità, di costo e di investimenti competenti per tutti i servizi minorili in ambito regionale.

Funzione di vigilanza sulla funzionalità dei Servizi Minorili.Il concetto di vigilanza si è,negli ultimi tempi, per così dire evoluto, dovendolo interpretare come una concreta occasione per attivare procedimenti di valutazione degli andamenti complessivi, delle progettazioni specifiche; occasione per la verifica delle procedure tecniche; momento di approfondimenti metodologici ed operativi; di congruità tra risorse impegnate e produttività, di adeguatezza e proporzionalità delle funzioni e delle gestioni in rapporto alle mete intermedie e finali da raggiungere.

In tale prospettiva rientra anche la funzione ispettiva dei responsabili dei Centri che alla tradizionale valenza del controllo,aggiungono una più competente ed articolata azione di consulenza,sostegno e di chiarificazione.

“Mission ” del Centro della Giustizia Minorile, che costituisce dunque l'anello di congiunzione tra Ufficio Centrale per la Giustizia Minorile e realtà locale, è rappresentato dalla ricerca di interconnessioni interne ed esterne finalizzate a ridurre il fenomeno della devianza minorile sia attraverso risposte istituzionali “ridisegnate”(anche in un'ottica di riduzione del danno) sia attraverso interventi innovativi “ contestualizzati territorialmente” anche a carattere preventivo.

Luogo e realtà operativa nel quale si opera per esaltare la specificità della mission è l'area del Servizio Tecnico individuata con D.M. n.365065/89.il quale ha tra i suoi compiti quello di.

  • monitorare iniziative, progetti, ecc. con l'obiettivo di una loro ottimizzazione quantitativa e qualitativa.
  • valorizzare lo specifico dei Servizi Minorili dell'Amministrazione migliorandone le potenzialità di osservatori privilegiati della realtà sociale circostante.
  • promuovere, valorizzare e/o potenziare l'integrazione con la rete di servizi e di risorse (pubbliche, del privato sociale e del volontariato)per una rinnovata azione politico-amministrativa ed operativa interistituzionale.

 

Relazioni con l'esterno

Particolare rilievo assume l'integrazione tra i Servizi della Giustizia e quelli del territorio attraverso le Commissioni ex art.13 D.Lgs.272/89 e/o la partecipazione ad altre Commissioni o gruppi di lavoro costituiti a livello regionale o locale sulle problematiche giovanili.

Sul versante delle relazioni esterne rientrano altresì le collaborazioni interistituzionali con altri Ministeri(Pubblica Istruzione, Solidarietà Sociale, Interni ecc.) e la partnership o la gestione di progetti regionali, multiregionali o transnazionali promossi e finanziati dall'Unione Europea.

A livello normativo al di là del già citato D.P.R.448/88, occorre attendere la L.N. 285/97 che detta “disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e per l'adolescenza”, ma che tende soprattutto ad erogare appositi finanziamenti predisponendo sistemi di valutazione, di monitoraggio e di pubblicizzazione delle attività.

Tale normativa insieme alla più recente Legge Quadro n. 328/00 rappresenta un momento qualificante ed innovativo nell'ambito del sistema italiano di Welfare.

E' tramite tale normativa che i Servizi della Giustizia Minorile vengono chiamati per la prima volta ad assumere un ruolo di co-protagonisti nella realizzazione degli interventi e delle attività rivolti alla fascia adolescenziale in sede locale, acquisendo “pari dignità” con i servizi sociali territoriali, contribuendo ad una lettura dei bisogni peculiari e alla realizzazione di azioni e di prassi che hanno come obiettivo la restituzione dei giovani alla comunità di appartenenza sensibilizzandone i territori di provenienza.

La più recente normativa introdotta con la L.N .328/00 cosiddetta di riforma dell'assistenza, ribadisce le procedure e la metodologia già introdotte con la LN.285 /97, confermando all'art.19 la presenza del Centro Giustizia Minorile nell'elaborazione dei Piani di zona con le connesse individuazioni delle priorità, verifica dei bisogni e partecipazione alle azioni progettuali.

La L.N. 328/00 ha istituito inoltre un Fondo Sociale unico, nel quale sono convogliati tutti quei finanziamenti che erano suddivisi precedentemente tra le diverse norme, quali ad es. L.N.285/97, Fondo per l'infanzia e per l'Adolescenza; L.N. 309/90 Fondo per il contrasto al fenomeno del'uso degli stupefacenti ecc.

“Partecipazione” o meglio “integrazione” significa in questa accezione condivisione di responsabilità sociali, impegno, interesse per la realizzazione di nuove modalità operative che possono garantire maggiori risultati, con minori risorse e con maggior contenimento deli costi.

Significa attuare una partnership, che si basi essenzialmente sulla individuazione dei vari attori sociali, con la consapevolezza che mettere in relazione le diversità consente di individuare nuove mete di sviluppo sociale e di ridistribuzione tramite una progettazione partecipata di compiti e di responsabilità nella produzione di beni che sono di pubblica utilità.

L'integrazione con il territorio avviene dunque tramite la formazione congiunta che fornisce la possibilità di creare codici di lettura, di linguaggie e di conoscenze condivise, favorendo una progettazione significativa.

La cultura e la pratica della partneship rappresentano dunque degli strumenti per rivalorizzare il lavoro sociale,concretizzando la progettualità sociale, la centralità della comunità locale, la ridefinizione dell'agire dell'ente pubblico, la creazione e l'individuazione di nuovi spazi di cittadinanza, l'impulso a sperimentare, innovare ed apprendere.

 

Programmazione regionale. Strategie operative

Attività di raccordo del C.G.M. di Firenze con le Amministrazioni Pubbliche e con organismi territoriali;

Dobbiamo registrare nelle realtà dei nostri Servizi Minorili, in particolar modo di quelli la cui operatività risulta essere a più stretto contatto con la realtà territoriale (Ufficio Servizio Sociale Minorenni) una certa flessione nella tensione politica, laddove, il contesto territoriale toscano ed umbro si sono sempre distinti nell'applicazione della normativa (L.N. 285/97) e nell'attenzione rivolta al fronteggiamento di problematicità e di criticità di cui sono portatori i minorenni e più in generale il mondo giovanile. Tale tendenza è rintracciabile in una scarsa progettazione di interventi innovativi, ma anche e soprattutto in una scarsità di messa a disposizione di risorse finanziarie da destinarsi alle politiche sociali che determina sovente una rivalutazione della “competenza istituzionale” in presenza di utenza minorile che transita nel penale.

Gli Enti Locali condizionati anch'essi dalla crisi finanziaria hanno teso rifugiarsi in attività esclusivamente istituzionali, riverberando tale politica essenzialmente sui contenuti degli interventi offerti. Tale fenomeno è rintracciabile soprattutto nella messa a disposizione di risorse per applicazione dell'art.28 D.P.R. 448/88 o di altri provvedimenti giudiziari, così da inficiarne talvolta il significato.

A fronte di tale tendenza, ne esiste un'altra di tipo opposto, che va ad incardinarsi con l'attuazione della normativa vigente (L.N. 328/00) che vede da molto tempo alcuni Servizi Territoriali profondersi in atteggiamenti consueti di collaborazione e di piena integrazione.

Non bisogna nascondere però il continuo profilarsi di ostacoli oggettivi di ordine economico, così come sovente segnalato dai nostri Servizi Minorili, che ne impediscono e ne penalizzano l'operatività determinando una sostanziale staticità degli interventi, registrabile talvolta nelle stesse dinamiche interistituzionali.

Infatti in questo ultimo periodo è apparso prioritario l'obiettivo quasi esclusivo del contenimento delle spese.

Risorse utilizzabili,all'uopo, per sopperire a condizioni paralizzanti, risultano essere le capacità di mobilitare le forze del privato sociale e del volontariato, così come recitato dal dettato normativo (L.N. 328/00) che rappresentano forme di piena collaborazione e che trovano sbocco in specifiche, significative ed opportune progettualità riferite all'ambito penale minorile.

 

E' da sottolineare il tentativo di ridefinire e rilanciare i rapporti con gli E.E.L.L. in realtà già costituite precedentemente quali:

 

  • per la Regione Umbria l'Osservatorio Regionale sulla condizione Penitenziaria e post-penitenziaria- Sezione Minori, la cui attività si è andata sempre più implementando, dalla sua istituzione ad oggi e rispetto al quale scaturisce l'aspettativa della possibilità di elaborazione di linee d'indirizzo concernenti le priorità operative e le modalità di collaborazione interistituzionale.
  • per la regione Toscana ha registrato un certo impulso il Protocollo d'Intesa realizzato con il Punto Giovani di Firenze, rinnovato lo scorso Dicembre, che oltre ad assicurare la prosecuzione e l'incremento di attività salienti all'interno dell'I.P.M. di Firenze, quali il progetto Twin Apple, l'iniziativa Dietro le Quinte, l'Officina Musicale Sopratonica ed il Progetto Ponte rivolto a minori sottoposti a provvedimenti penali del Tribunale dei Minorenni di Firenze; quest'anno ha visto la predisposizione del Progetto Jonathan ad opera del Punto Giovani, il quale rientra tra i progetti Equal geografici. Alla progettualità partecipano numerosi Enti ed Associazioni tra cui il C.G.M. di Firenze; essa è rivolta a favore di minori in situazioni di disagio e/o sottoposti a misure penali ed ha come obiettivo l'accesso e l'immissione nel mercato del lavoro dell'utenza con problemi di integrazione sia lavorativa che scolastica ed in carico ai servizi sociali.

 

E' da registrare inoltre l'impegno profuso dall'Istituto Penale Minorile di Firenze nel garantire e promuovere una cultura di “apertura” nei confronti della comunità esterna, tramite programmazioni periodiche con il Quartiere 1 del Comune di Firenze di attività tese a realizzare una piena integrazione con il Territorio e contatti sempre maggiori con l'Assessorato allo Sport e ai problemi sociali del Comune e con gli altri E.L. (Provincia) ed organismi del Terzo Settore

Per la Regione Toscane ed il Comune di Firenze, in particolare,è da segnalare la partecipazione periodici a vari Gruppi Tecnici per i minori del realizzati a seguito della normativa LN. 285/97.

 

Educazione alla Legalità .

Il C.G. M. di Firenze si è attivato già nel passato nell'intento di proporre negli ambiti dei progetti di educazione alla legalità, una presenza più efficace, attraverso i propri operatori designati.

A tal fine, sono stati attivati contatti con l'Ufficio della RegioneToscana referente per la selezione dei progetti presentati dai vari istituti scolastici, per poter, in prima battuta, procedere ad una cernita di quelli che, sia per l' utenza che per il tema trattato, potevano risultare attinenti alle specifiche professionalità e competenze della Giustizia Minorile.

Collaborazioni con l'Università

Oltre alle collaborazioni avviate in precedenza con le Facoltà di Scienze della Formazione, i Corsi di Laurea in Servizio Sociale di Firenze e di Siena per la supervisione delle esperienze di tirocinio professionale il C.G.M. di Firenze mettendo in cantiere l'eventualità di estendere la possibilità di effettuare il tirocinio anche ai laureati presso la Facoltà di Psicologia di Firenze,.

E' stata siglata inoltre una convenzione con la Facoltà di Scienze della Formazione insieme con la Facoltà di Scienze Politiche, Corso per operatori per la pace (corso interuniversitario) per un ulteriore posto di tirocinio.

Stessa convenzione è stata recentemente siglata con altre Associazioni del Terzo Settore Inoltre:

 

•  per la Provincia di Pisa si è concretizzata la partecipazione alla Consulta delle Dipendenze, nonché la partecipazione agli incontri del Gruppo Rom della zona;

•  per la provincia di Lucca la partecipazione al Forum provinciale permanente sulle tossicodipendenze presso la Prefettura ;

•  per la provincia di Livorno la partecipazione tematica alla Segreteria Tecnica della Conferenza di zona e la partecipazione ai tavoli di co-progettazione con gli enti e le associazioni del territorio per l'area devianza e marginalità;

•  per la provincia di Siena la partecipazione ai Tavoli Tecnici e l'individuazione di un referente all'interno dei Patti Territoriali per la zona Valdelsana.

Istituto Penale Minorile di Firenze.Qualità e quantità dell'utenza.

L'I.P.M.fiorentino, si trova sempre più spesso ad ospitare un numero di utenza in incremento(che spesso supera le 30 unità), per lo più proveniente da altri Istituti Penali Minorili.

Occorre segnalare inoltre che nell'ultimo periodo di tempo l'Istituto è stato chiamato ad “affrontare” tematiche legate ad un utenza (giovani-adulti) portatrice spesso di problematiche di tipo psichiatrico, che hanno accentuato le difficoltà connesse all'aspetto gestionale e della sicurezza.

La rilevazione statistica evidenzia un leggero aumento degli ingressi nell'anno in corso (gennaio/novembre) a confronto con l'analogo periodo del 2004 (pari a 137 a fronte di 109); in merito alla nazionalità, si rileva un dato pressoché stabile per i minori provenienti dall'ex Jugoslavia, mentre in aumento risultano quelli dell'area magrebina (da 36 si è passati a 53).

Particolare attenzione assume il dato relativo agli ingressi di minori rumeni (da 2 si è giunti a 19) che sta a significare come sia in atto, per certi aspetti, .un nuovo flusso migratorio (maggiormente visibile se il dato è aggiunto a quello relativo ai collocamenti in comunità).

Ufficio Servizio Sociale Minorenni – Firenze

Dall'analisi dei dati si evidenzia un sensibile aumento dei minori presi in carico (da 322 a 357) con crescita del numero riferito agli italiani, mentre costante è quello per gli stranieri.

Di circa il 50% risulta l'aumento delle messe alla prova ( 144 a fronte di 94) come pure le misure cautelati (da 48 a 70 ).

Sebbene non sia supportata da dati precisi e/o percentuali di riferimento, si segnala la percezione dell'aumento, nella presa in carico, di minori portatori di disagio psichico, spesso associato all'uso di sostanze.

Interventi destinati all'utenza straniera

A fronte di una utenza dove incisiva è la componente rappresentata da minori stranieri, l'attività di mediazione culturale risulta essere l'intervento prioritario messo in atto dai servizi minorili, sia ricorrendo alle convenzioni già in corso (per la lingua albanese ed araba) sia auspicando l'attivazione di altre analoghe collaborazioni, a favore dei minori rumeni. Nel territorio umbro, vi è una ipotesi di collaborazione con il CIDS, che prevede l'utilizzo di mediatori culturali per più etnie.

L'impegno nel consolidare modalità operative, rispondenti ai bisogni evidenziati da tale tipologia di utenza, in collaborazione con gli organismi territoriali, ha determinato, presso l'USSM di Firenze, una ipotesi progettuale d'intervento, rivolta all'E.L, finalizzata al miglioramento della qualità della prestazione in termini di efficacia ed efficienza.

 

Collocamenti in comunita'

fabbisogno di posti in comunità;

Si sono registrati nel 2004 n°94 collocamenti in comunità (nel 2003 erano stati n°113).

Rilevante risulta il tasso di allontanamento dalle strutture comunitarie con ben 64 fughe quasi sempre immediate all'atto dell'ingresso.

Il fenomeno riguarda in particolare i minori provenienti dalla Romania che difficilmente hanno mostrato di accettare la misura del collocamento in comunità.

La presenza femminile in comunità si è attestata sulle 16 unità in calo rispetto all'anno precedente (n°27).

I provvedimenti penali che hanno determinato l'inserimento in comunità sono stati:

Art. 22 Art. 28 Art.47

N°85 N°8 N°1

E ‘ da sottolineare che nel distretto di competenza di questo Centro non visono comunità del Ministero della Giustizia.

Per ciò che concerne la compartecipazione dell'Ente territoriale alle spese per gli interventi in favore dell'utenza penale minorile;dobbiamo rilevare che gli Enti Locali della Toscana hanno declinato ogni competenza economica per il pagamento (o compartecipazione) di rette di minori in comunità con provvedimenti penali.

Solo in alcuni casi, in situazioni accertate di tossicodipendenza, alcuni SERT si sono resi disponibili ad assumere l'onere della retta in comunità.

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