Effetti penali della legislazione antidroga. Il caso Toscana

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Martedì 17/11/2009, ore 10, presso il Consiglio Regionale, Sala Gigli, Via Cavour 4, Firenze

La ricerca proposta da Forum Droghe e finanziata dalla Regione Toscana, analizza i costi sociali prodotti dall’applicazione esasperata delle disposizioni punitive in materia della legislazione nazionale di contrasto all’uso e al traffico di sostanze stupefacenti.

In Europa le strategie di contrasto al fenomeno della droga sono considerate nel loro insieme seguendo il modello dei quattro pilastri (prevenzione, terapia, riduzione del danno, repressione). Questo approccio si fonda sull’assunto per cui, data la sua complessità, la questione droga non può essere affrontata su un solo terreno operativo e richiede l’interazione di interventi differenziati.
Invece, quasi esclusivamente, l’Italia concentra le proprie strategie di intervento in materia di droga sul pilastro repressivo.
Così, attraverso l’analisi dei dati (non sempre coincidenti) reperiti dai diversi dicasteri, la presente ricerca, dal titolo ‘Impatto penale e sanzionatorio della legge antidroga. Il contesto della Regione Toscana’, ha cercato di ricostruire gli altissimi costi sociali prodotti dall’applicazione esasperata delle disposizioni punitive in materia, in relazione ai quali, purtroppo, appare molto difficile determinare l’impatto economico. Parimenti, non è possibile verificare quante risorse assorba il pilastro repressivo rispetto agli altri.
L’irrigidimento del trattamento punitivo verso i comportamenti connessi al possesso di droga, inaugurato dal D.P.R. 309/1990 e proseguito con la legge di novellazione 49/2006, tuttavia, non ha portato a una diminuzione o anche solo a un contenimento delle condotte di rilevanza penale; invece in costante aumento. Basti pensare che, con un trend in crescita, solo per la violazione dell’art. 73 D.P.R. 309/1990, ogni anno, fa ingresso in carcere 1 detenuto su 3. I detenuti presenti per reati di droga sono, invece, 4 su 10.
Cresce anche il numero delle segnalazioni all’autorità giudiziaria per reati previsti dal D.P.R. 309/1990, Aumentano le condanne ex art. 73 e, in maniera impressionante, i procedimenti pendenti in relazione alla medesima fattispecie (+31,5% nello stesso intervallo, addirittura +93,6% per i minorenni). Cresce anche il numero delle sanzioni amministrative irrogate dal Prefetto, 8 volte su 10 comminate a carico di chi è colto nel possesso di cannabis o marijuana, e la loro durata.
È aumentata, inoltre, la percentuale dei tossicodipendenti tra quanti entrano in carcere (+8,4% rispetto a prima dell’indulto), che ha superato il 30%. Ciò ha riportato il numero dei tossicodipendenti in carcere ai livelli del 2006 e, per l’immediato futuro, appare verosimile ritenere che l’incidenza delle loro presenza in carcere crescerà ancora, Particolarmente problematica è la situazione dei detenuti tossicodipendenti stranieri e di coloro che, anche per altre ragioni, sono privi di riferimenti territoriali stabili.
D’altra parte, se almeno un terzo degli ingressi in carcere è determinato da tossicodipendenti, il loro accesso alle misure alternative o sostitutive interessa 1 condannato su 6 e appare estremamente contenuto.
Questo lo scenario nazionale, sostanzialmente confermato anche nel territorio della Regione Toscana, che emerge dal presente lavoro e sul quale si intende stimolare un dibattito costruttivo.


Allegati:
effetti_penali_leggi_antigroga.pdf
invito_leggi_antogroga.pdf

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