Conferenza Stampa - "Una scena di Libertà" costruiamo il Teatro a Volterra, presentazione dei progetti per il Teatro Stabile nel Carcere

Conferenza Stampa – “Una scena di Libertà” costruiamo il Teatro a Volterra, presentazione dei progetti per il Teatro Stabile nel Carcere

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La Fondazione Giovanni Michelucci invita a partecipare alla Conferenza Stampa “Una scena di Libertà” costruiamo il Teatro a Volterra, presentazione dei progetti per il Teatro Stabile nel Carcere che si terrà martedì 28 maggio 2019, alle ore 11.00 presso il Consiglio Regionale della Toscana – Sala Gigli in Via Cavour, 4 a Firenze.

Partecipano: Eugenio Giani, Franco Corleone, Corrado Marcetti e Armando Punzo.

Si invita inoltre a sostenere l’iniziativa Costruiamo il Teatro a Volterra firmando la petizione al link http://chng.it/KSnCvxGDV7

Conferenza Stampa Teatro di Volterra

Un Teatro nella Fortezza di Volterra

Trent’anni di attività teatrale della Compagnia della Fortezza nel carcere di Volterra meritano la realizzazione di un teatro. L’impegno di quanti da anni si battono perché finalmente siano create le condizioni strutturali per svolgere con pienezza tutte le attività che concernono lo svolgimento del lavoro teatrale, ha portato allo stanziamento di un finanziamento specifico da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ma i diversi progetti che sono stati presentati hanno trovato il parere avverso delle autorità competenti. Noi chiediamo che sia trovata una soluzione che risponda a tutte le esigenze presenti affinché sia finalmente reso possibile lo sviluppo di tutte le potenzialità che l’attività teatrale nella Casa di reclusione di Volterra contiene.

A Genova, nel carcere storico di Marassi, attraverso l’impegno dell’Associazione “Teatro necessario” e il sostegno di tanti, è stato realizzato, con tutte le autorizzazioni necessarie un teatro, il “Teatro dell’Arca”, con una sala regolamentare da 200 posti e un palcoscenico perfettamente attrezzato. Il teatro non è stato ricavato sfruttando spazi preesistenti, ma progettato e costruito ex-novo in un cortile in disuso, con la precisa finalità di aprirsi sia all’interno per la popolazione detenuta sia all’esterno come vero teatro cittadino.
Perché a Volterra questo non può essere possibile?

Occorre aver chiaro un fatto: nell’esperienza di valore artistico che è stata costruita c’è un lavoro professionale che ha permesso a tanti detenuti di acquisire competenze tecniche e avere un ‘occupazione. Questo lavoro si è sviluppato con enorme fatica in locali di fortuna del tutto inadeguati (una cella di tre metri per nove) e gli spettacoli interni alla fortezza hanno potuto svolgersi teatralizzando cortili dell’aria e altri ambienti di servizio. Coloro che hanno presente la complessità del lavoro teatrale sanno dell’importanza di poter disporre, oltre che di passione ed energia, anche delle condizioni e degli spazi appropriati che l’attività teatrale richiede per la sua preparazione come per la sua fruizione.

Ma un altro fatto è importante: la lunga esperienza della Compagnia della Fortezza nel carcere di Volterra, sviluppata a partire dal 1988, ha modificato geneticamente un carcere che in passato era noto per la sua durezza e il suo isolamento. Ha attraversato lo spazio della pena, la sua struttura e le sue funzioni, i suoi linguaggi e le sue relazioni, ha costruito ponti con la società esterna, ha realizzato una metodologia di lavoro teatrale apprezzata e studiata a livello internazionale. Ma ora occorre trasformare ancora, superare i limiti in cui la pratica artistica si è potuta svolgere, per raggiungere nuovi risultati con i detenuti e con la società.

Niente è più significativo che l’avvio della costruzione del teatro per festeggiare i trent’anni della Compagnia della Fortezza.

Franco Corleone, Corrado Marcetti, Grazia Zuffa

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