Archivio Progetti Giovanni Michelucci

La serie dei Disegni di progetto dell’archivio Michelucci, conservati presso la sua Fondazione di Fiesole, si riferisce ad un arco temporale che va dalla fine degli anni trenta agli ultimi incarichi relativi alla costruzione di opere postume ultimate dopo la sua scomparsa (1990).

La serie raccoglie circa 1500 disegni tecnici relativi a 64 progetti, un numero cospicuo ma non rilevante se equiparato all’intensa e longeva attività professionale dell’architetto. Occorre precisare, infatti, che non tutti gli incarichi ricevuti da Michelucci risultano documentati nel suo archivio o lo sono solo parzialmente. Ciascun elaborato grafico è contrassegnato da un codice alfanumerico composto dalla sigla AP (Archivio Progetti) seguita dal numero del progetto e dal numero del disegno.

Sono presenti elaborati grafici che documentano le prime fasi progettuali, gli stati di avanzamento e i disegni definitivi. Questi ultimi, in genere, sono disegni di grande formato corredati da un frontespizio (o cartiglio) che raccolgono in un’unica tavola il progetto nelle diverse rappresentazioni grafiche: pianta, prospetti, sezioni, assonometrie, viste prospettiche e in alcuni casi la planimetria di inquadramento urbanistico nel contesto di riferimento.

Il frontespizio, quando presente, restituisce tutte le informazioni relative al progetto: denominazione dell’opera, committenza, tipo e scala di rappresentazione, fase del progetto, luogo, data. Ovviamente in mancanza del frontespizio e quindi di informazioni esplicite, queste sono state attribuite sulla base di altre tavole che compongono il progetto oppure quando possibile confrontate e desunte da altre fonti documentarie.

Per ogni opera è stata redatta una scheda progetto che restituisce tutte le informazioni identificative dell’opera e i dati archivistici del progetto relativi a: committenza, denominazione, luogo, data, consistenza e caratteristiche fisiche degli elaborati: tecnica grafica, supporto, tipo di rappresentazione grafica, numero degli elaborati e dimensioni espresse in centimetri.

I supporti sono di diversa natura: spolvero o cipollino, lucidi di diversa grammatura, radex, carta. I disegni sono nella maggioranza dei casi arrotolati e conservati in scatole a sezione quadrata appositamente realizzate secondo le corrette norme di conservazione in cartone non acido. In alcuni casi le eliocopie sono piegate in formato a A4 e conservate in faldoni come si trovavano in origine per la versione cosiddetta definitiva o di consegna. Come per tutti gli archivi di architettura del Novecento, soprattutto per i disegni tecnici bisogna considerare la prassi esecutiva che inizia dalla prima stesura a matita su carta da spolvero o su pergamino per poi essere trasferiti su lucido mediante il ricalco eseguito a china, dunque il lucido costituisce l’unità archivistica “originale”, la matrice dalla quale ricavare le copie eliografiche che per definizione, trattandosi di copie, riproducono un originale. Ma non di rado la copia eliografica di un disegno è presente in archivio in un unico esemplare quindi acquisisce, per così dire, il valore di originale dato dalla sua unicità. Le copie eliografiche sono presenti in quantità considerevoli, perché spesso oggetto di modifiche, correzioni, varianti in corso d’opera e perché erano destinate agli uffici preposti alle approvazioni: soprintendenza e uffici tecnici. Per questi motivi, possono rintracciarsi in archivio copie diverse di uno stesso disegno che si differenziano per poche modifiche, per la presenza della firma del progettista o del timbro di approvazione. Inoltre, la più consueta presenza di copie eliografiche può essere giustificata dalle caratteristiche fisiche del supporto: maggiore resistenza della carta, rispetto alla fragilità dei lucidi.

A proposito delle problematiche legate alla fragilità dei supporti, i disegni a china su lucido in molti casi rivelano un’ulteriore insidia rappresentata dalla presenza della carta acetata autoadesiva colorata, i cosiddetti retini, apposti per campire in maniera uniforme alcune aree allo scopo di ottenere diverse scale di grigio dopo la riproduzione eliografica.

Crediti Database

Coordinamento: Andrea Aleardi
Cura: Nadia Musumeci
Sviluppo database online: Marco Cavalli
Digitalizzazione: Francesco Nardi, Valentina Vivoli
Collaborazioni: Massimo Colombo, Alessandro Masetti

Realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
Copyright © Fondazione Giovanni Michelucci, Fiesole 2018

Crediti Guida

GIOVANNI MICHELUCCI. Guida all’inventario dei disegni di progetto

Pubblicazione realizzata nell’ambito del progetto “Giovanni Michelucci tra etica e progetto”
con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

Coordinamento: Andrea Aleardi
Cura e testi: Nadia Musumeci
Sviluppo web: Marco Cavalli
Progetto grafico e impaginazione: Francesco Nardi, Valentina Vivoli
Collaborazioni: Massimo Colombo, Alessandro Masetti
Le fotografie e i disegni sono degli archivi della Fondazione Giovanni Michelucci.

Copyright © Fondazione Michelucci Press, 2018

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