L’Abitare Inferiore

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Gli immigrati albanesi a Firenze

La pubblicazione restituisce una ricerca condotta tra il 1997 e il 1998, dai ricercatori della Fondazione Michelucci, riguardante la condizione insediativa e abitativa del gruppo nazionale albanese nella città di Firenze.

Collana:
Architettura vissuta – Quaderni della Fondazione Michelucci
Fondazione Michelucci – Comune di Firenze (Ufficio immigrati)
A cura di: Corrado Marcetti, Nicola Solimano
Gruppo di lavoro: Massimo Colombo, Christine Meister, Tiziana Mori, Vat Marashi

Indice del volume:
Presentazioni:Marzia Monciatti, Fondazione Giovanni Michelucci.
L’identità albanese. L’Albania dopo Henver Hoxha. Una difficile transizione.
I rapporti con l’Italia nella storia.
La condizione abitativa in Albania. La pianificazione urbanistica. La legislazione sulla casa dopo il regime di Hoxha. L’abitazione informale.
Arrivano gli albanesi. L’immigrazione albanese in Italia.
L’immagine dello straniero.
L’albanese delinquente.
Gli albanesi a Firenze. Il campione della ricerca. I motivi della partenza. Le modalità del viaggio. Le migrazioni precedenti. Il primo contatto con Firenze. La formazione e l’esperienza lavorativa. La ricerca del primo lavoro. L’inserimento lavorativo. Le associazioni di volontariato. Pregiudizio e opportunità di inserimento sociale. La formazione. Il ritorno in Albania. I minori. La scuola come via d’integrazione. Minori con un progetto migratorio personale.
Abitare a Firenze Esclusione abitativa e politiche. Innovare le politiche abitative. Il contesto locale. Nuove funzioni per la pronta accoglienza.
L’immigrazione come questione urbana. Abitare precario, abitare simbolico. Trattare i conflitti locali legati. La partecipazione. La mediazione. La negoziazione.
Riferimenti bibliografici

Dalla quarta di copertina
La mobilitazione contro la figura dello «straniero» passa, anche oggi, attraverso discorsi
di senso comune (costruiti in altri contesti storici per gli ebrei, gli zingari e via via per
altri gruppi), legittimati da interventi di «esperti accreditati», in cui sono presenti alcuni
tratti tipici dell’intolleranza: la generalizzazione, fino alla totalizzazione («sono tutti così,
fanno tutti così»), il richiamo alle autorità imbelli («nessuno li controlla e ci difende»),
la richiesta di misure eccezionali da applicare in maniera selettiva.
Una serie di circostanze che abbiamo cercato di ripercorrere hanno finito per esporre
in particolare gli immigrati provenienti dall’Albania a dei forti processi di stigmatizzazione
e di esclusione, segnatamente per quanto riguarda il loro inserimento abitativo
e urbano.
A contrastare questo fenomeno sono certamente utili iniziative di conoscenza, di
socializzazione, di scambio culturale. Ma è importante agire concretamente sui luoghi
sociali e urbani in cui i processi di inferiorizzazione si manifestano, sulla capacità
della città di includere piuttosto che respingere e segregare.
Le città sono oggi, contemporaneamente, il nuovo luogo della frontiera e il luogo
obbligato dell’integrazione sociale. Sono, più che mai, i territori dove la democrazia
politica e la giustizia sociale vengono sfidate. La questione posta è sapere se le città,
sottoposte come sono a profondi fenomeni di frammentazione, sapranno continuare
a svolgere un ruolo di governo delle trasformazioni oppure se l’inerzia delle decisioni
e la forza degli egoismi economici e dei corporativismi lo impedirà.

La pubblicazione è disponibile per esteso in formato .pdf presso la Fondazione Michelucci.

Il volume è edito da: Media Print Editrice – Livorno – Dicembre 2000 – Pagg.97

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