L’Isolotto a Firenze: Città nella Città

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Una riflessione su quartiere, identità, comunità

I 50 anni dalla consegna delle chiavi delle nuove abitazioni dell’Isolotto, la prima espansione di Firenze nel secondo dopoguerra, sono stati l’occasione di eventi e manifestazioni.

Nel novembre del 1954 venivano consegnati i primi alloggi del nuovo quartiere dell’Isolotto, ‘città satellite’, come verrà definita dall’alora Sindaco di Firenze La Pira. é il primo intervento urbanistico di grande rilievo del dopoguerra e uno dei più importanti del Novecento, impostato dalla giunta Fabiani e condotto a termine dalla prima amministrazione La Pira. Il programma di costruzioni di case economiche Ina Casa avrebbe dovuto costituire un nuovo nucleo autonomo e autosufficiente di sviluppo urbano della città in grado di dare una risposta incisiva alla consistente crescita della domanda abitativa.
Tra gli ampliamenti urbani della seconda metà del Novecento, l’Isolotto, realizzato su terreni desolati, problematici non solo idrogeologicamente e partito in assoluta povertà di servizi, ha confermato nel tempo non solo la buona stoffa dell’impianto ma anche il valore dei processi soggettivi di aggregazione e organizzazione comunitaria e dei percorsi di lotta sociale per l’affermazione dei diritti di cittadinanza materiale. Processi che ebbero una grande importanza per far maturare un percorso emancipativo condiviso in una composizione sociale differenziata (oggi si direbbe ‘multietnica’e ‘multiculturale’).
L’Isolotto fu il primo grande programma di edilizia sociale della Firenze del Novecento. La sua realizzazione era inserita nel piano nazionale Ina-Casa, che aveva il duplice scopo di affrontare il problema della disoccupazione dando impulso all’economia attraverso lo sviluppo del settore dell’edilizia economica con interventi statali per stimolare la ripresa. Il piano Ina-casa fu il volano, producendo case di cui c’era un grande bisogno in seguito alle distruzioni belliche, ai processi migratori, e ai fenomeni speculativi. Dietro lo sviluppo nazionale e locale del programma era evidente una progettazione politica, economica e culturale maturata nel quarto anno del dopoguerra e dopo le elezioni del 18 aprile 1948 come esito della dialettica politica e dello scontro sui temi del lavoro e della casa.
Gli aspetti architettonici e urbanistici del piano Ina-casa furono diretti centralmente da Arnaldo Foschini, uno dei fondatori delle facoltà di architettura italiane. A Firenze lavorarono al progetto del villaggio satellite dell’Isolotto architetti di primo piano che si misurarono con concetti di unicità e organicità del quartiere, riassunti dal Sindaco La Pira nel motto ‘Non case ma città’. Senza velleità di produrre capolavori si realizzò un’architettura che Michelucci, autore di alcuni degli interventi avrebbe potuto definire come espressione di un ‘anonimato di qualità’, di un’architettura di tessuto e di radicamento.
Il Piano urbanistico fu redatto da Pastorini, Pellegrini, Poggi, Tiezzi e alla progettazione lavorarono anche Bellucci, Del Debbio, Di Castro, Fagnoni, Gambassi, Gamberini, Pagani, Vaccaro. E Michelucci, come si è detto, che al tema del villaggio urbano, del quartiere, dei servizi di comunità, della partecipazione dei cittadini dedicò molto del suo impegno. Così come il Piano Ina-Casa è stato in questi anni rivalutato come grande opera dell’Italia degli anni Cinquanta anche il quartiere dell’Isolotto è stato notevolmente riconsiderato. Tralasciando gli aspetti di rivalutazione dei valori immobiliari quel che invece interessa considerare è la complessiva attribuzione di valore che il quartiere dell’Isolotto oggi riscuote per tutte le sue valenze. L’architettura e l’urbanistica ne sono solo una componente ma quella indubbiamente più importante è l’esperienza di democrazia urbana che in varie forme nel tempo ha caratterizzato l’esperienza.
Nell’aprile del 2004 la Fondazione Michelucci, in collaborazione con il Quartiere 4 e con la Comunità dell’Isolotto, ha organizzato un convegno che ha ripercorso la vicenda dell’Isolotto come patrimonio di conoscenza e di pratiche di superamento del concetto di periferia. I materiali sono stati pubblicati nel 2006 nel volume ‘1954-2004. Città nella città. Il quartiere dell’Isolotto a Firenze’.
NS


Allegati:
convegno_isolotto.pdf

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