Giancarlo Paba

Il presidente della Fondazione, Giancarlo Paba, ci ha lasciato…

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Il nostro Presidente, Giancarlo Paba, ci ha lasciato improvvisamente dopo un difficile periodo di malattia, il 13 settembre 2019.

Il Consiglio di Amministrazione, il Comitato Scientifico e il gruppo di lavoro della Fondazione Giovanni Michelucci ne danno tristemente notizia ancora attoniti per la perdita, stringendosi con affetto alla sua famiglia.

Domani 17 settembre dalle ore 12 sarà possibile salutare Giancarlo presso le Cappelle del Commiato a Careggi, alle 17.30 verrà ricordato dagli amici.

Membro del Comitato Scientifico della Fondazione Giovanni Michelucci dal 1996 e poi Presidente dal 2012 sino ad oggi, nel corso del tempo ha seguito per la Fondazione ricerche sull’immigrazione, sulle politiche abitative, sulla periferia e il disagio urbano, sull’urbanistica e la pianificazione. Ha partecipato inoltre alle attività editoriali della Fondazione, curando libri e numeri monografici della rivista “La Nuova Città”.

Giancarlo Paba, nel 2011 poco prima di diventare presidente, racconta in questo scritto una sua analitica ma appassionata idea di Fondazione, del suo senso di lavoro collettivo e dello sforzo per uno sguardo largo, perseverante nella mission lasciataci da Michelucci.

[…] Nel 2012 la Fondazione Giovanni Michelucci compirà trent’anni e il percorso compiuto può essere descritto come una lunga strada di crinale. Su un versante sono disposte le attività legate allo spazio (case, architetture, città), sull’altro versante le attività rivolte verso la società (persone, comunità, istituzioni).
L’originalità della Fondazione è proprio quella di camminare su questo crinale, incrociando e intrecciando continuamente i due versanti: spazio e società, architettura e abitanti, città e popolazione, bellezza e compassione. Da una parte ci sono le attività di custodia della memoria e del significato attuale dell’opera michelucciana: il riordino di documenti, quadri, oggetti, arredi, casa, giardino; la costruzione di un archivio e la riorganizzazione della biblioteca; la schedatura e la diffusione dei disegni; lo studio e la conservazione dei progetti; la vigilanza sul destino delle sue architetture; lo sviluppo di ricerche sulla storia, l’arte, l’architettura, l’urbanistica. Dall’altra parte il lungo itinerario di lavoro nelle “istituzioni della sofferenza”, come Michelucci ha definito, nelle Lettere a una sconosciuta, le carceri, i manicomi, gli ospedali, i luoghi della povertà e del malessere.
I percorsi di crinale sono i più sicuri, perché consentono di traguardare l’orizzonte e unire i territori, ma sono anche i più esposti, e le discussioni all’interno della comunità che ha creato la Fondazione, da Guido De Masi fino ad oggi, dipendono anche dal diverso grado di attrazione che i due versanti di attività esercitano su ciascuno di noi. Ci siamo chiesti tante volte: è meglio rafforzare le attività di custodia della storia e lo studio dell’architettura, oppure sviluppare le ricerche-azione e l’intervento a sostegno delle mille manifestazioni di “umanità claudicante” che abitano le nostre città? Michelucci non viveva questi due campi di attività come se fossero in contraddizione: “spero che i carcerati, gli emarginati, tutti coloro che in vario modo sentono oggi il disagio del vivere urbano, diventino un giorno i cittadini ideali della nuova città”. La “nuova città” può diventare architettura collettiva, solo se si libera dei recinti, delle prigioni, delle istituzioni chiuse e congelate, se diventa permeabile, aperta, ospitale.
Questo intreccio costituisce quindi l’aspetto più originale della Fondazione creata da Michelucci: non esiste, almeno in Italia, un’istituzione che abbia questa vocazione e questa capacità, che sia sofisticata e culturalmente avvertita, ma anche coraggiosa quando diventi necessario schierarsi dalla parte degli esclusi, che si occupi insieme di arte e umanità, di bellezza e povertà. Quando si rivolgono alla Fondazione i nostri interlocutori ci chiedono proprio questa qualità del lavoro, capace di unire concretezza e rigore scientifico.
Ho quindi un’idea molto semplice della strada che la Fondazione ha davanti: continuare a percorrere il crinale michelucciano della relazione tra società e spazio costruito. […]
Giancarlo Paba, 2011


Giancarlo Paba (Sassari, 1946 – Firenze 2019)
È stato professore ordinario di Tecnica urbanistica e pianificazione nel Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze fino al 2016, membro del Dottorato di Architettura dell’Università di Firenze (indirizzo urbanistico) e componente, come esperto, del Dottorato in Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio dell’IUAV di Venezia. Ha fatto parte del Lapei e del Laboratorio di Critical planning and design del Dipartimento di Architettura, e dell’Unità di ricerca inter-dipartimentale Transizione Ambientale. È stato direttore del Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio dal 1996 al 2001, coordinatore del Dottorato in progettazione urbana territoriale e ambientale dal 2003 al 2005, presidente del corso di laurea magistrale in Pianificazione e progettazione della città e del territorio dal 2004 al 2015, direttore del CIST (Centro Inter-universitario di Scienze del Territorio) dal 2011 al 2013. È stato membro e cofondatore dell’INURA (International Network for Urban Research and Action). E’ stato componente del Comitato scientifico della Società dei Territorialisti. Ha svolto una continua attività di ricerca universitaria nel campo dell’analisi urbana e territoriale, della pianificazione urbanistica e territoriale, della progettazione interattiva. Ha svolto ricerche promosse da organismi internazionali (Giappone, Niger, Venezuela, Cuba, Algeria) e lezioni e conferenze presso organizzazioni culturali e università estere (Tokyo, Kyoto, Toronto, Glasgow, Parigi, Berlino ecc.). È stato direttore della rivista “Contesti”, membro del comitato editoriale della rivista “La Nuova Città”, membro del comitato editoriale della collana “Territori” della Firenze University Press. Ha pubblicato un numero rilevante di volumi e di articoli.

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