Una politica senza cuore e senza cervello

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un comunicato sugli sgomberi e l’abitare precario nell’area fiorentina

Non è solo nel nome di una visione umanitaria che gli sgomberi violenti e senza alternative devono provocare sdegno in tutti i cittadini, ma nel nome di una qualsiasi idea di buona politica e di buona amministrazione.

L’ostilità e il rifiuto nei confronti degli stranieri caratterizza ormai un numero crescente di amministrazioni pubbliche, anche di segno politico opposto. Questi amministratori hanno in comune un concetto di comunità escludente che non riconosce opportunità di accesso agli immigrati poveri. Non ne riconosce i bisogni e i diritti, aprendo la strada all’intervento delle ruspe. Ognuno è convinto di difendere il simulacro di un proprio popolo, a cui ‘questa gente’ (così si esprime il sindaco di Sesto Fiorentino, Gianassi) non appartiene, neppure se i figli frequentano le scuole del Comune, se i genitori si sbattono nell’edilizia o come assistenti dei vecchi della comunità. Sembra che dicano con i loro sgomberi: ‘Non sono il mio popolo, non mi interessa la loro sorte. Che si compia altrove, fuori dal nostro sguardo’.
Non è solo nel nome di una visione umanitaria che gli sgomberi violenti e senza alternative devono provocare sdegno in tutti i cittadini, ma nel nome di una qualsiasi idea di buona politica e di buona amministrazione.
La gestione dell’abitare precario ha bisogno di politiche, di investimenti, di soluzioni transitorie accettabili e di interventi duraturi, di progetti innovativi, di coraggio politico, di intelligenza tecnica e capacità amministrativa. Con la miseria culturale e politica dello sgombero ad ogni costo, le condizioni di queste popolazioni peggioreranno ancora nei prossimi anni, aggravando l’insicurezza di tutti, immigrati e comunità locali.


Allegati:
Senza_cuore_e_senza_cervello.pdf

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